Ossiuriasi: cos’è?

COS’E’?

Per ossiuriasi si intende l‘infezione da ossiuri, nome comune dell’Enterobius vermicularis. Gli ossiuri sono parassiti che provocano infezioni intestinali molto frequenti nell’età pediatrica e sono visibili ad occhio nudo come dei piccoli vermetti bianchi, che si ritrovano generalmente nelle feci o sulla pelle che circonda l’ano.

COME SI MANIFESTA?

Sintomo tipico dell’ossiuriasi è il prurito in sede anale o genitale che si manifesta durante le ore notturne. Durante la notte infatti, le femmine degli ossiuri depongono le uova proprio in prossimità della cute perianale e i loro movimenti provocano il prurito, che può essere particolarmente intenso e fastidioso. Spesso nelle bambine l’ossiuriasi può complicarsi con sovra-infezioni batteriche genitali (vulvo-vaginite, provocata dal grattamento) o delle vie urinarie. In altri casi invece al prurito possono associarsi dolore addominale, agitazione, irritabilità, difficoltà nell’addormentamento e persino enuresi (incontinenza urinaria notturna).

COME SI TRASMETTE?

Si trasmettono per via oro-fecale: con il grattamento della regione perianale rimangono adese alle dita numerose uova del parassita, le quali vengono depositate su oggetti o su persone se non si seguono le corrette regole igieniche. È molto comune che tali infezioni si diffondano anche agli altri membri della famiglia, soprattutto se si condividono asciugamani, lenzuola, sanitari. Inoltre, le uova possono sopravvivere anche 2-3 settimane sulle superfici o nell’ambiente, sopravvivendo anche alle basse temperature.

COME SI DIAGNOSTICA?

Se il bambino manifesta uno dei sintomi tipici (prurito notturno, dolore addominale, agitazione e difficoltà nell’addormentamento) è bene ispezionare la regione anale, possibilmente nelle ore notturne o nelle prime ore del mattino. Altra possibilità è ispezionare le feci del bambino: in entrambi i casi appariranno dei vermetti bianchi inconfondibili. Eventualmente è possibile fare un test di conferma, lo scotch-test, che consiste nel posizionare una piccola striscia di scotch a livello dell’ano prima di andare a letto: in questo modo gli ossiuri rimarranno attaccati allo scotch e sarà più facile identificarli al mattino seguente.

COME SI CURA?

Una volta confermata la diagnosi, è necessario rivolgersi al pediatra, che prescriverà il farmaco giusto. Si tratta di uno sciroppo a base di Mebendazolo, molto semplice da somministrare, ma per rendere efficace il trattamento sono necessari due provvedimenti fondamentali:

1. somministrare la terapia a tutti i componenti della famiglia, anche quelli asintomatici. In questo modo si evitano le reinfezioni e le infezioni a ping-pong (in cui ci si scambia a vicenda l’infezione tra conviventi)
2. somministrare due dosi della terapia: una appena fatta la diagnosi ed una dopo 15 giorni. Solo così il farmaco sarà in grado di agire sia sui parassiti vivi che sulle uova.

Durante il trattamento inoltre è bene rispettare le regole base dell’igiene: lavarsi spesso le mani, evitare di grattarsi le lesioni, evitare di condividere la biancheria da bagno, igienizzare spesso i sanitari, lavare la biancheria da letto e da bagno ad alte temperature, alle quali non sopravvivono né i parassiti né le loro uova.