Il tabagismo: una malattia sempre più pediatrica

L’abitudine al fumo rappresenta un comportamento a rischio, che in quanto tale viene definito come “ogni consapevole o inconsapevole comportamento che è percepito incerto nel suo risultato e/o nei suoi possibili benefici o costi per il benessere fisico, economico o psico-sociale di sé stessi o degli altri”.

 

Quanto è diffuso questo comportamento tra i nostri adolescenti?

Da un’indagine condotta nel 2018 da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle scuole di diversi Paesi (HBSC 2018 – Health Behaviour in School-aged Children), emerge la seguente situazione: a livello italiano, nella popolazione con età inferiore ai 18 anni, l’abitudine del fumo riguarda soprattutto gli adolescenti di età compresa fra i 13 e 15 anni, sebbene neppure gli undicenni siano del tutto protetti da questo fenomeno. Tuttavia, mentre la percentuale di undicenni fumatori in Italia si allinea alla media degli altri Paesi indagine dello studio, nella fascia di età 13-15 anni la frequenza risulta più elevata rispetto alla media internazionale. In particolare fra i quindicenni, in occasione del sondaggio condotto, il 31,3% dei ragazzi e il 25,8% delle ragazze hanno dichiarato di aver fumato tutti i giorni negli ultimi 30 giorni.

E le sigarette elettroniche (e-cigs e heat not burn)?

Inizialmente pubblicizzate come metodo per “smettere di fumare”, questi dispositivi, particolarmente apprezzati dagli adolescenti, hanno introdotto all’abitudine del fumo anche ragazzi che non avevano mai fumato in precedenza ed hanno di fatto aumentato il rischio di diventare consumatori anche di sigarette tradizionali.

La sigaretta elettronica è proposta come alternativa più salutare, economica e pulita e il messaggio è talmente ben veicolato che molti adolescenti non sono nemmeno a conoscenza del contenuto e-cigs (tra cui vi è anche la nicotina) e dei loro potenziali effetti collaterali.

Nonostante in Italia la vendita di sigarette elettroniche contenenti nicotina sia vietata ai minori di 18 anni, tali dispositivi sono estremamente diffusi fra gli under 18, che vi si approcciano sempre più precocemente: secondo un sondaggio condotto dall’Istituto Superiore di Sanità a maggio 2021 in una popolazione studentesca con età 14-17 anni il 43,4% dei ragazzi intervistati ha provato le sigarette elettroniche già alle scuole medie e alcuni addirittura alle elementari (4,1%).

Perché è importante scoraggiare il fumo nei nostri ragazzi?

Oltre ai più noti effetti a lungo termine dell’esposizione cronica al fumo di sigaretta, tra cui figurano patologie cardiovascolari, polmonari croniche (BPCO, enfisema) e neoplastiche, esistono alcuni effetti che possono presentarsi anche in più giovane età, specialmente se l’abitudine inizia molto precocemente. Tra questi sottolineiamo soprattutto disturbi legati a un’alterazione della funzionalità polmonare, associati quindi a limitazione dell’attività sportiva e del movimento in generale, una maggiore predisposizione allo sviluppo di infezioni respiratorie, disturbi della riproduzione e della fertilità e infine, considerando anche i possibili effetti della nicotina in una fase di importante sviluppo neuropsicologico, un aumentato rischio di sviluppare disordini psichiatrici o disturbi neurocognitivi.

E per quanto riguarda i più piccoli?

Gli effetti nocivi non risparmiano nemmeno questa fascia di popolazione pediatrica; numerose sono infatti le problematiche associate all’esposizione al fumo passivo, che può causare infezioni respiratorie, otiti ricorrenti e attacchi d’asma e può inoltre predisporre allo sviluppo di patologie allergiche durante l’infanzia. Tra i neonati, il fumo passivo costituisce un importante fattore di rischio per la sindrome della morte “in culla” (SIDS). Infine, l’esposizione al fumo in epoca prenatale (conseguente all’abitudine del fumo da parte della donna in gravidanza), aumenta l’incidenza di parto pretermine e di basso peso neonatale alla nascita.

Il messaggio quindi è chiaro: l’abitudine del fumo va scoraggiata a qualsiasi età, specialmente a partire dai più giovani, consapevoli che quanto più precoce è il nostro intervento, tanto più risultano reversibili gli effetti nocivi legati all’esposizione al fumo.