Cos’è la balbuzie?
La balbuzie è un condizione caratterizzata da dis-fluenze nell’emissione del linguaggio, ma non tutte le dis-fluenze sono indice di balbuzie!
Caratteristiche principali della balbuzie:
– frequenza di disfluenza: ripetizioni/prolungamenti di parti di parola.
– collocazione della disfluenza solitamente all’inizio della frase
– durata dei prolungamenti, ovvero ripetizioni di fonemi o sillabe, superiori alle due volte per ciascuna unità (ad es.: “be-be-bello” e non “be-bello”)
– incontrollabilità del balbettare
Si possono poi distinguere 3 forme diverse di balbuzie:
1) Tonica: presenta blocchi improvvisi nell’emissione del linguaggio e la persona non può cominciare un dato fonema o non riesce a superarlo per passare a un altro
2) Clonica: presenta una ripetizione convulsiva di un fono, di una sillaba o di una parola soprattutto all’inizio della produzione verbale
3) Forma mista: presenta sia aspetti della tonica che della clonica.
Quando insorge la balbuzie?
Solitamente la balbuzie insorge nella prima infanzia, tra 1 anno e ½ i 3 anni e ½ di età; la fascia d’età di maggiore frequenza della balbuzie è collocabile fra i 3 e i 6 anni (oltre il 30%) e a quest’età può essere ancora considerata manifestazione fisiologica; dopo i 18 anni la frequenza diminuisce e scende al di sotto dell’1% Si osserva una maggiore incidenza nei maschi, di almeno 3 a 1 rispetto alle femmine.
Come affrontare la balbuzie?
Esistono metodi e tecniche diverse e differenziate a seconda dell’età, ma nel caso di intervento precoce è preferibile il trattamento psicoterapeutico, nella visione della balbuzie come disturbo della relazione interpersonale, accompagnato o no che sia da tecniche di rieducazione logopedica.
Nella prima infanzia è generalmente controindicato un trattamento specifico con tecniche logopediche ed è preferibile tenere sotto controllo l’andamento naturale del fenomeno, a frequente evoluzione spontanea favorevole, lasciandosi consigliare da professionisti competenti (psicologi clinici e neuropsichiatri infantili) sui modi più opportuni di relazionarsi coi bambini in generale e in particolare quando balbettano, così che il sintomo non si cronicizzi.