Partendo dalla pianura Veneta per arrivare all’azzurro mare della Calabria, un lungo percorso, una pedalata dopo l’altra, per unire tutto lo stivale in un’unica grande impresa: raccogliere fondi per sostenere il reparto di Terapia Intensiva Pediatrica di Padova.
Il 4 agosto Samuele e Federica, insieme ai loro due bambini e un gruppo di amici, una bici e lo zaino pieno di Raboso del Valle e Vecchio Amaro del Capo percorreranno 1200 km, divisi in 10 tappe, con un obiettivo ben preciso da raggiungere: unire, attraverso il buon cibo, il buon vino e la solidarietà, persone di territori diversi, da nord a sud passando per il centro.
L' INIZIATIVA
L’iniziativa si chiama “Dal Raboso del Piave all’Amaro del Capo” e nasce con l’idea di unire, attraverso i sapori tipici della tavola, persone di varie regioni, con usi e costumi completamente diversi, perché mossi dalla convinzione che solo uniti e compatti si possono superare i momenti di crisi e aiutare chi è in difficoltà. Si parte il 4 agosto in bicicletta da Tezze di Piave (Veneto) per arrivare il 14 agosto a Coccorino (Calabria). Ogni tappa intermedia diventa un’occasione per far conoscere i propri prodotti veneti e calabresi, ma allo stesso tempo scoprire quelli tipici del luogo. L’intero viaggio sarà raccontato attraverso i social con video e foto, per far conoscere i paesaggi che si incontreranno lungo tutto il percorso, ma sopratutto i prodotti tipici dei luoghi in cui il gruppo farà tappa.
Obiettivo: Sensibilizzare intorno al tema della diversità come motivo per conoscere l’altro, convinti che solo l’unione può rendere l’Italia un paese meraviglioso e solidale, perché il bene non conosce confini regionali, sopratutto quando si parla di assistenza e cura dei bambini.
I PROTAGONISTI
Samuele e Federica si conoscono una sera d’inverno di 7 anni fa. Lui veneto di Tezze di Piave, piccola frazione di Vazzola, nato a Treviso, lei calabrese di Coccorino, piccola frazione di Joppolo, nata a Tropea. Entrambi classe ‘87 e genitori di due bellissimi bambini. Quando Samuele ha incontrato per la prima volta la famiglia di Federica ha pensato bene, da perfetto ospite, di non presentarsi a mani vuote ma con una bottiglia di Raboso del Piave, vino tipico della tavola veneta. Al termine di quella stessa cena il papà di Federica, da buon calabrese offre al suo futuro genero un bicchierino di Amaro del Capo. Due prodotti tipici, di due territori apparentemente molto lontani tra loro, ma che hanno saputo unire tutti intorno a una stessa tavola. Quel viaggio ha fatto capire a entrambi i ragazzi come un forte attaccamento campanilistico verso la propria terra d’origine impedisca di fare la scoperta di posti meravigliose e di persone nuove, che pur vivendo in altre regioni, fanno parte comunque di un unico stesso bel paese: l’Italia.
IL PROGETTO IN PEDIATRIA
Attualmente, i bambini ricoverati nel reparto di Terapia Intensiva Pediatrica sono, nella maggior parte dei casi, costretti a rimanere a letto per lunghi periodi e, nelle fasi più critiche della malattia, le terapie sedative li portano a una totale immobilità per diversi giorni. Al risveglio il recupero della mobilità è per loro lento e difficoltoso, sia per l’atrofia dei muscoli che per la rigidità delle articolazioni dovuta all’eccessivo periodo di immobilità.
Lavori scientifici, condotti in Centri anglosassoni, hanno dimostrato che, se una mobilizzazione passiva degli arti nei bambini ricoverati in terapia intensiva favorisce in modo significativo una riduzione della massa muscolare, al contrario, lo stimolo e l’assistenza all’esecuzione di movimenti ed esercizi nella fase di risveglio permette un recupero funzionale più rapido e completo. Ciò è possibile solo grazie a una presenza quasi quotidiana, all’interno del reparto, di una persona che abbia competenze specifiche in fisioterapia motoria pediatrica, e che aiuti in nostri bambini a superare più facilmente e più rapidamente le complicanze legate a un prolungato ricovero.
Attualmente, l’Azienda Ospedaliera, riesce ad assicurare questo tipo di supporto esclusivamente ai casi che presentano particolari patologie muscolo-scheletriche documentate e non a tutti i bambini che potrebbero trarne beneficio.
Il nostro obiettivo è quello di riuscire a raccogliere le risorse necessarie per sostenere economicamente una figura professionale, specializzata in fisioterapista pediatrica, che possa dedicare parte del suo tempo ai bambini ricoverati in Terapia Intensiva Pediatrica.